ANNO DELLA VITA CONSACRATA (30 novembre 2014-2 febbraio 2016)
S. Leonardo Murialdo, parlando delle diverse forme di istituti religiosi e riportando il pensiero dominante del suo tempo, dice che “La vita mista è (…) ottima fra tutte le vite: melius illuminare quam lucere. Gesù Cristo e gli Apostoli si dedicano orazioni et ministerio. C’è bisogno di molta vita contemplativa per fare bene l’attività. La nostra è mista” [Mss. IV, 264]. Altrove ripete ancora: “E’ S. Tommaso, religioso lui stesso, a dirci che oltre la vita attiva di Marta, la contemplativa di Maria, vi ha la ottima ed è la mista: meglio illuminare che solo risplendere; santificare noi e gli altri, che noi soli. E’ la vita di Gesù Cristo pernoctans in oratione e praedicans: è la vita degli Apostoli orationi et ministerio(verbi) [Mss. IV, 304].
Oggi questo tipo di vita è in crisi, proprio perché esige la fedeltà a due radicalità: fedeltà al Padre come Cristo e fedeltà ai fratelli. Due radicalità in crisi in questo nostro tempo cristiano trascinato nell’appiattimento culturale e sociale. Prova ne è la fuga verso il poltigliame di risposte gnostiche che stentano a ritrovarsi sotto l’etichetta New Age, tanta è la frantumazione soggettiva.
Non c’è crisi per la vocazione diocesana, chiaramente più rassicurante e più adattabile ai carismi dei vari chiamati.
Non è in crisi al consacrazione alla vita contemplativa. Fenomeno questo da prendere in seria considerazione, perché il monastero non si presenta come casa di rifugio per persone fragili, ma vera espressione di radicalità, di controtendenza. La vita contemplativa è così segno prezioso del ritorno ad essere espressione storica di un forte bisogno di inversione di marcia, di conversione, di cambiare modo di pensare e di pensarsi. Ancora una volta nella storia della Chiesa la… fuga dal mondo verso la solitudine, per ritrovare se stessi e ritrovarsi in Dio, indica il punto debole della vita cristiana e della vita consacrata mista.