buongiorno sono il sole…

Pubblicato: 13 agosto 2015 in Uncategorized

13 agosto 2015-Giovedì-19.a tempo ordinario – III
Liturgia: Gs 3,7-10.11.13-17; Sal 113A; Mt 18,21 – 19,1

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buongiorno sono il sole, oggi continuiamo il discorso iniziato ieri che andrà avanti 70 volte 7 cioè all’infinito, col discorso del PERDONO abbiamo appena iniziato e come un bravo chirurgo che penetra nella ferita con il suo bel bisturi per evitare di ritrovarsi con il povero malato e il suo pus a fare i conti fra un mese così fa il Signore con il nostro cuore. Quanto sia difficile perdonare lo sappiamo benissimo tutti ma quanto sia complicato lasciarsi perdonare è ancora più difficile da digerire. Se ci sentissimo veramente uomini e donne perdonati oseremmo il dono del perdono anche per gli altri invece se continuiamo a presentare la lista della spesa di quel nostro vicino che ancora non ci ha saldato il conto di quello che manca nei nostri confronti è perchè il nostro cuore non è libero, non è in pace. Ed è quello che succede oggi al povero Pietro che ancora una volta scivola sulla solita buccia di banana ed ha bisogno di conferme, il fratello maggiore degli apostoli anzichè puntare alla sostanza si misura sui numeri non sulla misericordia, non sulla compassione. L’AMORE DI DIO E’ LA MISURA CON CUI CONFRONTARCI E QUESTA E’ INVINCIBILE MISERICORDIA!
Siamo sinceri: quante volte anche noi ci mettiamo a contare i nostri immeritati gesti di perdono come se fossero i punti della Conad e ricevere i premi, così, amici belli, ci perdiamo il PREMIO DEL CUORE, la bellezza di essere ciò che siamo veramente: dei PERDONATI e dei BISOGNOSI DI PERDONO che a loro volta PERDONANO DI CUORE. Quindi niente tessere a punti ma uno stile di vita rinnovato che viaggia al ritmo della misericordia e di cose di cuore.
Ciao belli!

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VANGELO (Mt 18,21- 19,1)
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?.
E Gesù gli rispose: Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello.
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.

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