Archivio per 16 agosto 2015

Frère Roger: Una parola maestra della mia gioventù

Per ricordare il LXX anniversario di Taizé e il X  anniversario della morte di Frère Roger, un brano di un’intervista  mai pubblicata.
Clicca qui: https://vimeo.com/29668162
roger

A causa di Cristo e del Vangelo: con queste parole si può riassumere la vita di Roger Schutz Marsauche,fratel Roger, che nasceva un secolo fa — il 12 maggio 1915 — per morire, ormai novantenne, ucciso da una squilibrata durante la preghiera della sera il 16 agosto 2005. Figura fragile dal volto luminoso, il pastore protestante svizzero le aveva scelte per l’inizio della regola (La règle de Taizé) iniziata alla fine del 1952 e poi completata nella solitudine e nel silenzio di un lungo ritiro durante quell’inverno: «Fratello, se tu ti sottometti a una regola comune, tu lo puoi solamente a causa di Cristo e del Vangelo. La tua lode e il tuo servizio sono ormai integrati in una comunità fraterna, lei stessa incorporata alla Chiesa». Parole semplici, ispirate dal vangelo di Marco (10, 29), che restano al cuore di una delle testimonianze cristiane più significative del Novecento.

Taizé è un villaggio di poche case attorno a un’antica chiesetta romanica, su una collina della Borgogna a pochi chilometri da Cluny, e qui il pastore venticinquenne era arrivato in bicicletta il 20 agosto 1940 — festa di san Bernardo e data di origine della comunità — in una Francia ormai divisa e lacerata dal conflitto che devastava il continente. Un’altra tragedia bellica aveva lasciato una traccia profonda nella nonna, e da questa anziana donna amatissima che aveva conosciuto gli orrori della prima guerra mondiale il bambino trasse due convinzioni: che bisogna iniziare in se stessi avivere la riconciliazione e la certezza che la pace in Europa passa necessariamente dalla riconciliazione dei cristiani tra loro. Così Roger iniziò ad accogliere tutti, ebrei perseguitati prima, prigionieri tedeschi e piccoli orfani dopo la conclusione del conflitto.

Per rispondere alle guerre nacque anche uno dei simboli della comunità, la grande chiesa della Riconciliazionecostruita insieme da francesi e da tedeschi perché ormai la piccola chiesetta romanica non bastava più per i giovani che dalla fine degli anni Cinquanta cominciarono ad arrivare da ogni parte per incontrarsi e pregare. A loro volta da Taizé alcuni fratelli della comunità iniziarono discretamente a visitare i cristiani soffocati dall’oppressione dei regimi comunisti nell’Europa centrale e orientale. Si consolidarono così legami duraturi e una comunione che hanno ben presto oltrepassato i limiti confessionali e i confini europei. Così nell’originale comunità monastica, nata nel protestantesimo ma con un’impronta ecumenica chiarissima, alla fine degli anni Sessanta iniziarono a entrare molti cattolici, tra i quali Alois Löser, oggi successore di fratel Roger.

Già nel luglio 1941 il giovane pastore incontra Paul Couturier e Maurice Villain, due preti cattolici pionieri dell’ecumenismo, e l’incontro richiama in lui il rispetto verso il mistero della fede, non importa in quale confessione: «Questa volontà di attenzione — scrive — mi serve al presente. Credo di avere oggi colto dall’interno la posizione cattolica romana di questi preti. Tutti e due hanno capito la mia inquietudine: l’indifferenza dei cristiani di fronte alle nostre divisioni». Da questa inquietudine è nata la comunità di Taizé, per riconciliare in sé e nella vita di ogni giorno le separazioni, forma realizzata di ecumenismo, riconosciuta negli anni da Roma e dai principali responsabili delle Chiese e delle confessioni cristiane. E che si è rivelata una delle testimonianze di Cristo e del Vangelo oggi più efficaci e attraenti.

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Buongiorno sono il sole…

Pubblicato: 16 agosto 2015 in Uncategorized

16 agosto 2015-Domenica-20.a tempo ordinario – IV
Liturgia: Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58

pane vivo

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: Come può costui darci la sua carne da mangiare?.
Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

Buongiorno sono il sole…mi sono messo a leggere le letture che oggi andando a messa sentiremo e saremo chiamati a vivere… ci parlano tutte di cibi buoni, di ottimo vino, di tavole imbandite, ci viene chiesto di non ubriacarci di vino ma di riempirci dello Spirito di Dio e di cantare e pregare insieme… è un continuo riferimento ai banchetti in ogni lettura ma non c’è pane che tenga, né il pane pugliese, né quello di Altamura, né quello toscano, né la michetta milanese…c’è un solo vino buono e non sto a snocciolare le migliori etichette italiane perché quello che offre Gesù a Casa sua, alla sua mensa li batte tutti! Non vuole convincerci con troppi tentativi ma i consigli che ci dà sono un’ottima chance per essere felici in eterno:
Consiglio n.1: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui.
Consiglio n. 2: Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Consiglio n. 3:  Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita.
Consiglio n. 4: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Consiglio n. 5: Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

Gesù sa nutrire in pienezza perché il suo cibo fa rima con eterno, ma penso che tanti di noi hanno forti dubbi con questi consigli utili per l’uso e per una vita veramente sana. I dubbi migliori sono quelli dei nostri amici Giudei…come può costui darci la sua carne da mangiare? Ma non è tanto una questione cannibalesca a intimorirci, qui siamo al clou della catechesi che da tre settimane Gesù sta facendo sul pane disceso dal cielo e spero che ormai  abbiamo compreso cosa voglia dirci: se lui ci dà se stesso da mangiare e dà bere anche noi siamo chiamati con la nostra vita a essere un buffet gratis per la gioia del mondo.
Il Signore Gesù si dona continuamente nella mensa della Parola e del’Eucarestia per insegnarci a fare lo stesso, il suo PANE ci viene continuamente e generosamente DATO perché sia continuamente e generosamente CONDIVISO.
Come può costui darci da mangiare? Il PERCHE’ ce lo dice Lui stesso, amici belli, PERCHE’ COME HO FATTO IO FACCIATE ANCHE VOI.
Ciao belli