Archivio per settembre, 2015

Buongiorno sono il sole…

Pubblicato: 27 settembre 2015 in Uncategorized
‪#‎LABUONANOTIZIA‬
27 settembre 2015-26.a Domenica T.O.
Liturgia: Nm 11,25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48
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+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
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Buongiorno sono il sole…più leggo il Vangelo e più mi convinco che il Signore ci insegna ad essere sempre di più belli e buoni, come quei dolcetti in vetrina delle migliori pasticcerie che sono belli da vedere e buoni da mangiare! leggi certe storie e ti viene la voglia di leggerle ancora, perchè tutte sono impastate di limiti, di fragilità, di problemi e sofferenze, ma alla fine il lievito che fa fermentare la pasta, di quello che a noi sembra schifezza, è l’Amore di Dio che con la sua bontà e misericordia ri-crea dei capolavori.
Guardiamo Pietro, in un attimo passa dall’essere il primo della classe tra gli amici intimi di Gesù al compagno di banco di Satana, perchè ancora non ha capito che se vuoi vincere devi perdere; poi, dopo Pietro, uno ad uno tutti gli altri che si sono messi a litigare per decidere chi era il più grande, lo fanno lì con il Maestro del Bello, del Buono e del Vero a due passi, loro che sono venuti al mondo, sono stati amati, scelti e mandati per portare la Buona Notizia a tutti, litigano per delle cavolate terrene. E oggi? Oggi questo fantastico gruppo di allegri compagni del Maestro ci mostra un altro lato della loro (e della nostra, diciamocelo) piccineria umana: la GELOSIA!
Eccoli qua gli invidiosi: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Che ci stanno a fare qui nel nostro orticello persone che sanno fare il bene meglio di noi? A casa loro! Qui entra solo chi fa parte dell’azionecattolica, chi è stato scelto dal Parroco per far parte del consigliopastoraleparrocchiale, chi fa l’animatore all’oratorio ed è venuto alle riunioni, chi ha degli incarichi scritti sul foglio dei lettori dei giorni feriali e delle domeniche…gli altri, per favore, a casa loro! Poi, figuriamoci, chi li ha mai visti a messa? Scusa Maestro ma il bene lo possiamo e lo sappiamo fare solo noi…
Gesù poverino per la terza domenica consecutiva ci spiega che i migliori, dentro il paese del Vangelo, non sono gli uomini perfetti ma le persone vere. A lui sta a cuore il bene che ciascuno ha il coraggio di lasciare dietro di sé.
Ecco, io oggi ringrazio il Signore di aver creato gli apostoli perchè sono lì a ricordarmi che i migliori pasticcini del mondo non sono belli da vedere e buoni da mangiare ma sono i bruttimabuoni e sono lì a dirmi tutti i giorni che il Vangelo è la mia storia, una storia vera che deve migliorare ogni giorno, ogni giorno c’è una compilation di gelosia e invidia, di limiti e fragilità, di balle e di bugie, ogni giorno Matteo, Marco, Luca e Giovanni ci regalano pezzetti di bellezza inaudita, la bellezza che passa nella nostra storia ferita da peccata ma seminata di bene!
Ciao belli!
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buongiorno son il sole…

Pubblicato: 25 settembre 2015 in Uncategorized

‪#‎LABUONANOTIZIA‬
25 settembre 2015-Venerdì-25.a tempo ordinario – I
Liturgia: Ag 1,15b – 2,9; Sal 42; Lc 9,18-22

VOI

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

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Buongiorno sono il sole…oggi il nostro amico Gesù è in un luogo solitario a pregare, non c’è nessuno intorno se non quei 12 bravi ragazzi che ha mandato in missione da poco…è solo, niente folla a fargli ressa e a chiedere guarigioni…è da solo a pregare, Lui è il Padre e i suoi 12 a gustare questa preghiera…poi la folla entra nel cuore di Gesù, non ne può fare a meno…e si domanda: ma io per la gente, davvero, chi sono? perchè mi cercano? una sorta di compito in classe a sorpresa, come se fosse alla fine del primo trimestre scolastico e volesse testare fino a che punto il mondo e gli apostoli siano entrati nel Mistero, fino a che punto il Mistero di Dio abbia davvero penetrato il cuore di ognuno di noi…per alcuni resta e sempre resterà un enigma incomprensibile, come è successo ad Erode che non vuole incontrare Gesù ma è mosso soltanto dalla ricerca di un fenomeno da baraccone che fa miracoli, ma per altri è qualcuno che ha seriamente cambiato la sua vita dandogli un senso…CHI SONO IO? è la domanda che pone a noi oggi, in questo dialogo di preghiera col Padre, entro io, entri tu, entrano tutti quelli che si lasciano mettere in gioco e vogliono seriamente seguire Gesù fino alla fine, fino a quando nella vita, invece di recitare una parte, invece di dire il CREDO a memoria senza minimamente accorgersi di quello che si sta professando veramente, lasceremo che la FEDE, quella poca fede che abbiamo, cresca e ci porti oltre la morte dove la Resurrezione illuminerà ogni dubbio e guarderemo Gesù faccia a faccia scoprendo il Vero Senso di tutto!
ciao belli

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“Un pezzo di pane, una fetta di cielo”: questa era la proposta che Don Bosco e Madre Mazzarello facevano ai giovani del loro tempo e che oggi la Famiglia Salesiana continua ad offrire ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che quotidianamente frequentano gli ambienti permeati dal carisma ereditato dai due grandi Santi piemontesi.

Proprio per questo, le Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria Lombarda Sacra Famiglia hanno scelto “Pane e cielo” come titolo della giornata che le vedrà protagoniste all’Expo.

Domenica 11 ottobre, infatti, Casa Don Bosco aprirà le porte a tutti coloro che desiderano conoscere meglio le FMA lombarde e soprattutto quanto loro operano con e per i giovani, insieme ad alcuni laici che credono nello stile educativo salesiano e lo vivono in corresponsabilità.

Attraverso un percorso scandito da pannelli esplicativi, mediante i volantini che verranno messi a disposizione, grazie a postazioni di workshop in cui i visitatori potranno guardare, ascoltare o mettersi in gioco attivamente, sarà dunque possibile immergersi in questa bellissima realtà dalle mille sfaccettature: le FMA portano il loro carisma e la passione educativa nelle scuole di ogni ordine e grado, nei corsi professionali, negli oratori, in diverse associazioni che si occupano di volontariato, cultura e tempo libero.

“Pane e cielo”, quindi, non è da considerare solo come un titolo significativo o uno slogan accattivante, bensì come una sintesi che ben rappresenta metodi e finalità con cui, mediante il loro stile educativo fondato su ragione, religione, amorevolezza e in un clima di gioia e di famiglia, le FMA si prendono cura della formazione integrale di bambini, ragazzi e giovani, realizzando il desiderio di “nutrirli” e rispondere ai loro bisogni fondamentali per arrivare alla dimensione trascendente che è presente in ogni uomo.

Guarda il volantino in PDF

BUONGIORNO SONO IL SOLE…

Pubblicato: 23 settembre 2015 in Uncategorized

‪#‎LABUONANOTIZIA‬
23 settembre 2015-Mercoledì-S. Pio da Pietrelcina (m)
25.a tempo ordinario – I
Liturgia: Esd 9,5-9; Cant. Tb 13; Lc 9,1-6

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+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

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Buongiorno sono il sole!
Gesù ci ha fatto fare un bel salto dentro la sua logica di amore e oggi prende i suoi 12 ragazzi e li mette alla prova per vedere se stando con lui per ben 8 capitoli qualcosa tra tutti hanno imparato… c’ è stato tutto il discorso della pianura con quel beati voi e il padre nostro, guarigioni e gesti di consolazione, ci sono due annunci di passione e resurrezione intervallati dalla trasfigurazione, poi il racconto della storia di quel seminatore che butta i suoi semi ovunque e oggi per vedere cosa hanno capito, cosa noi abbiamo capito fa in modo che possiamo diventare il braccio lungo del seminatore e come lui spargere il seme con larghezza e disponibilità d’animo buttandoci nel mondo!

Tranquilli niente panico!

Bisogna fare come lui…

camminare ed entrate nelle storie degli uomini annunciando la speranza, dire a tutti la buona notizia del regno, raccontare la gioia di aver incontrato qualcuno a cui sta a cuore veramente l’umanità.

Camminare ed entrare nelle storie tristi e liete dei fratelli, entrarci dentro e rimanerci finché non si è ascoltato il grido di sofferenza e di bisogno, consolare i cuori, portarne il peso, uscire da se stessi per poter accorgersi di tutti.

Camminare senza preoccuparsi di portare con sé nient’altro che le certezza di non essere soli, entrare nelle case-cuori senza metterci radici e senza possederle ma con la consapevolezza di essere di passaggio e di fronte ai possibili rifiuti rispondere bene-dicendo e perdonando e quando saremo stanchi la sera, la sera delle delusioni, fare memoria grata di quello che il Signore ha operato con noi, proprio come Esdra ci racconta nella prima lettura:
“il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella nostra schiavitù. Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati…”. E mai lo farà!

Ciao belli

La UISG ha deciso già da tempo di offrire una risposta concreta a quello che, frettolosamente, chiamiamo “il problema migranti”. Per questo motivo siamo state più volte sollecitate a raccontare il nostro progetto intercongregazionale che sta vedendo la luce proprio in questi mesi. Lo hanno raccontato alla televisione italiana le tre suore dell’equipe che sta dando gambe e forza al sogno di due comunità intercongregazionali, internazionali e interculturali di suore, membri della UISG: le due comunità nasceranno in Sicilia per rispondere al bisogno di una maggiore prossimità proprio dove i migranti approdano. Non si tratta di fare ospitalità e assistenza immediata, ma di operare per tessere una realtà relazionale e sociale che veda, locali e migranti, come soggetti attivi e protagonisti del processo di integrazione.

Suor Elisabetta Flick, delle Ausiliatrici del Purgatorio, responsabile del Progetto Migranti della UISG racconta ai microfoni di Rainews24: “Non è la prima volta che il Papa ci richiama su questo tema, ricordo proprio il discorso a Lampedusa; è più un risveglio in questo momento così delicato. Ora possiamo fare un passo in più e andare più a fondo per rispondere al desiderio dello straniero di integrarsi; quindi non fare solo un corridoio perché arrivino in sicurezza, ma agire perché si sentano persone tra le persone, con diritti. Ogni congregazione risponde secondo il proprio carisma e possibilità, ma c’è stata un’attenzione e una forte sensibilizzazione tra le suore. Quando la UISG ha chiesto alle Congregazioni membri di mettere a disposizione suore di diverse culture e risorse per questo Progetto Migranti, la risposta è stata formidabile.
Ho visitato la Sicilia per vedere dove aprire le comunità e farlo in dialogo con la Chiesa locale e le religiose del luogo, e mi sono resa conto dell’enorme lavoro che le Congregazioni già fanno in Sicilia.

A noi è stato proposto dal Cardinale Montenegro un’attenzione particolare a chi è in strada, andare verso di loro, lavorare e creare un ponte tra lo straniero e le persone del territorio per un tessuto di relazione e comunione. Ci è stato chiesto di aprire comunità internazionali per facilitare la relazione con i migranti, di non fermarsi alla solidarietà della prima accoglienza, perché serve un passo in più per un arricchimento reciproco e un riconoscimento mutuo nelle culture altre.

Attraverso le due comunità intercongregazionali e interculturali si vuole dimostrare che è possibile vivere insieme nella diversità, venendo dall’India, dall’Eritrea, dal Kenia, dal Congo, dall’Etiopia, dall’Argentina, dall’Italia; queste le provenienze delle suore che formeranno le due comunità. Anche le suore sono straniere e hanno lasciato il proprio paese, questo può aiutare l’empatia con i migranti: stiamo addirittura pensando di prendere un camper per poterci spostare sul territorio e non essere fisse, perché di comunità stanziali di suore che aiutano ce ne sono già tante in Sicilia. Molte di loro hanno modificato le loro attività per rispondere alla novità, perché oggi la nostra missione è questa: vivere il Vangelo ed essere presenti in modo creativo, dinamico, flessibile tra i bisogni di oggi.

In Sicilia è un’emergenza, e lo sta diventando per tutta l’Italia: le suore rispondono modificando i loro servizi secondo i segni dei tempi e le richieste della realtà. Ogni congregazione lavora in modo diverso, ha una sua modalità di stare nella realtà, per questo è importante mettersi insieme e lavorare in rete, perché ognuna fa una cosa diversa dalle altre.
Stamattina ci siamo incontrati al Pontificio Consiglio dei Migranti e degli Itineranti proprio per discutere e dare una risposta congiunta come Chiesa, una Chiesa che lavora insieme.”

Suor Fernanda Cristinelli, Comboniana, collabora insieme a Suor Elisabetta nel Progetto Migranti, afferma: “Desideriamo rispondere all’appello del Papa, ma non può essere fatto in modo spontaneo e libero perché accogliere dei migranti ha delle conseguenze e vanno seguite le leggi del paese. Per gestire questa complessità legale e burocratica servono delle competenze che non sempre possediamo nelle Congregazioni, per questo è fondamentale il lavoro in rete con altre realtà, come il Centro Astalli e la Caritas, che aiutano in questi percorsi più complessi.
Ci sono anche molti migranti che non seguono i percorsi normali, che vivono in case occupate o nelle strade, senza documenti, noi vorremmo accogliere anche quelli, ma come fare? In realtà sono quelli che avrebbero più bisogno. Come aprire le porte a queste persone senza incorrere in penalizzazioni?”

Suor Carmen Bandeo, Missionarie Serve dello Spirito Santo, collabora con il Progetto Migranti; nella sua comunità ospita, per la terza voglia, una famiglia di richiedenti asilo, segnalategli dal Centro Astalli. Sintetizza così la sua esperienza: “Abbiamo iniziato già da diverso tempo l’accoglienza di famiglie rifugiate. La nostra esperienza è positiva: non è così dall’inizio, ma è un processo. La famiglia vive autonomamente, ha un appartamento e noi, comunità religiosa, abbiamo un nostro spazio. Però è uno scambio arricchente: la famiglia che abbiamo ora è cattolica e musulmana. Siamo consapevoli che non possiamo risolvere tutti i loro problemi, offriamo quello che possiamo: ascolto, uno spazio degno per vivere come famiglia, e soprattutto mantenere viva la loro speranza nella vita.”

Alcune foto: https://goo.gl/photos/gLeFiSc7xxFTZNbo9

Per avere informazioni si può contattare Suor Elisabetta Flick:elisabettaflick@gmail.com

BUONGIORNO SONO IL SOLE….

Pubblicato: 22 settembre 2015 in Uncategorized

#‎LABUONANOTIZIA‬
22 settembre 2015-Martedì-25.a tempo ordinario – I
Liturgia: Esd 6,7-8.12b.14-20; Sal 121; Lc 8,19-21

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

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buongiorno sono il sole…vi confesso un mio limite: i sinottici mi danno un problema, il problema che, apparentemente, raccontano lo stesso Vangelo, ma siccome ogni evangelista ha da dire la sua oggi facciamo insieme il gioco delle differenze…la prima che colgo io (ma voi continuate pure il gioco) è che Luca è forse più ‘dolce’ nel darci un cibo un po’ indigesto, proprio come fa la mamma quando inventa mille strategie per nutrire suo figlio che non ha nessuna intenzione di assaggiare quella poltiglia marrone che ha davanti: inizia con le filastrocche del bastimento carico di… poi con le pie convinzioni che se lo mangi diventi grande e forte, poi con aaaaahmmm che buono, fino a prendere la boccuccia e buttargli dentro la buona carnina… ecco, Luca cerca di attenuare la durezza del messaggio ma è solo un tentativo apparente perchè ciò che Gesù oggi ci ripete è qualcosa di molto forte. Ciò che manca in Luca, a differenza di Matteo, è la domanda di Gesù: Chi è mia madre? chi sono i miei fratelli? ma comunque va al sodo lo stesso, nel cuore di Gesù c’è solo un progetto che è il progetto dell’Incarnazione: il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Si è impiantato in mezzo al nostro cuore e nel cuore di Gesù c’è solo la volontà che l’uomo sia felice, proprio quell’uomo che si autoesclude da questo regalo parandosi dietro a una FOLLA…una folla che impedisce a me, a te, a noi di stare vicino a Gesù ed ascoltarlo…allora io mi domando: chi è la mia FOLLA? Possono essere le paure di ascoltare qualcosa di forte che poi mi mette nell’impegno di mettere in pratica la sua Parola… possono essere le emozioni che mi fanno ascoltare e dire CHE BELLO, questa parola mi ha proprio scaldato il cuore, ah come sto bene…e domani? altro giro altra corsa… possono essere le devozioni che mi fanno vivere a macchinetta tutto a memoria e se sgarro moio ma mi fanno stare fuori da un contesto in cui Gesù è vita che ribalta il mio modo di essere scarnificandolo… ragazzi siamo fuori! rendiamocene conto… l’unico modo di entrare nella sua logica e vivere è mangiare PANE EUCARISTICO e PAROLA DI DIO il resto è paglia! ciao belli

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Nell’Anno della Vita Consacrata pubblichiamo un’intervista a Lucas Cerviño, focolarino argentino. Laureato in Missionologia, ha vissuto diversi anni a contatto con i popoli originari della Bolivia. Ogni giorno è consacrazione.

20141230-01Che significato ha la consacrazione di un laico, per te che vieni dall’America latina, ricca di Paesi con grande diversità culturale, sociale e religiosa?
«Il laico consacrato mette l’accento sulla quotidianità della vita, che parte da ciò che è proprio a tutti gli esseri umani: il desiderio di raggiungere una realizzazione integrale. Allora la consacrazione a Dio ha senso se ci rende più umani, capaci di vivere una vita in pienezza. La fonte della consacrazione sta nel giorno in cui Dio ci ha conquistati: sta lì la nostra “Galilea” – come direbbe Papa Francesco -, quel momento dove vogliamo tornare per incontrare il Signore. Perciò mi sembra che la consacrazione non consista tanto nell’aderire ad un ideale, ma piuttosto ad essere fedeli a quel rapporto vitale. Una pienezza di vita che, ovviamente, non è monopolio dei “consacrati”. È piuttosto il contrario: ogni vita di consacrazione è autentica donazione a Dio nella misura in cui è dono totale della propria vita. Perciò, per me, la consacrazione è tale solo se aiuta ad umanizzare me stesso, gli altri e il corpo sociale. Altrimenti è un’altra cosa: evasione dalla cruda realtà, ripiegamento narcisista, rifugio comodo e tranquillo. La consacrazione ha poco a che fare con la funzione che uno svolge; ha poco a che vedere con uno stato di vita o il vincolo con un’istituzione, che vengono dopo. Essa riguarda la voglia matta di donarsi a Dio e agli altri: corpo, mente e spirito, per trovarsi in quella Presenza d’amore che è la fonte di ogni vita degna».

Come focolarino, cosa metteresti in evidenza riguardo la scelta della consacrazione?
«La ricerca del Mistero. Quando avevo 17 anni Dio mi si è manifestato come Amore. Sono un assetato della sua Presenza. È dal quel tempo che Lo cerco e ricerco, rimanendo Dio sempre un Mistero. Una Presenza molto vicina eppure, come sabbia tra le mani, scivola dalle nostre comprensioni. La ricerca s’alimenta dell’anelito per quella Luce che sembra sparire quando la trovi. Che va e ritorna mostrandosi e nascondendosi anche attraverso dei volti, circostanze e anche delle trasformazioni sociali. Come dice il poeta León Felipe: “Nessuno andò ieri/né va oggi/né andrà domani/verso Dio/per questa strada per la quale vado io. Per ciascun uomo conserva/un raggio nuovo di luce il Sole…/e una strada vergine /Dio”.
A quanta responsabilità, libertà e creatività sono invitato da Dio! Ogni giorno sono chiamato a intuire, scoprire e percorrere, nelle mille circostanze della vita, quel “raggio nuovo di luce”, quella strada vergine che “Quel Mistero” amoroso conserva per me. Perciò ogni giorno è consacrazione».

con CalixtoCome definisci la tua consacrazione, in rapporto al mondo di oggi in continuo cambiamento?
«Una volta Chiara Lubich parlò di “focolari ambulanti per il mondo”. Mi piace utilizzarel’immagine del nomade per raccontare la mia vita di consacrazione. Un nomade che, nella sua ricerca del Mistero, cerca di consacrare la vita.Uno che si mette in moto ogni volta alla ricerca di terre fertili che scopre, però, come temporanee. La terra fertile dell’Assoluto, è invece sempre inesauribile. In mezzo alle minacce sconosciute, il nomade si sposta e l’ignoto diventa fonte di nuovi rapporti di vita: con gli altri, la natura, Dio. La terra fertile è uno spazio che sorge dai rapporti. Il sacro non sono le cose, ma le relazioni. Il nomade alle volte cammina nella solitudine ma, in genere, lo fa in gruppo. La mia ricerca del Mistero s’intreccia con rapporti di comunione. C’è una priorità delle relazioni interpersonali, intrisi d’amore che si fa accoglienza e dono reciproco, spogliazione dell’io. La definirei come “personalmente comunitaria”, dove si generano delle terre fertili, con gli altri e per gli altri. Dinamica dell’unità sempre nuova, fragile e in trasformazione, per creare e ricreare spazi vitali della Sua Presenza. E, come accade per il nomade, è in quegli spazi vitali che sorge la sapienza della vita, quella che serve a promuovere più vita.
Come i nomadi che incrociano e condividono il cammino con altri gruppi, la mia donazione a Dio si nutre e si arricchisce dallo scambio vitale di esperienze in diversi ambienti culturali, religiosi, sociali ed esistenziali. La vita dei nomadi è carica di un bagaglio leggero, dove la sobrietà è un principio per sopravvivere. La mia consacrazione ha da crescere per essere radicata nell’essenziale, spoglia e libera di tanto peso materiale, intellettuale, culturale, sentimentale e religioso; facendo della sobrietà una chiave di discernimento di essa».

Buongiorno sono il sole…

Pubblicato: 21 settembre 2015 in Uncategorized

‪#‎LABUONANOTIZIA‬
21 settembre 2015-Lunedì-S. Matteo, apostolo (f)-25.a tempo ordinario – P
Liturgia: Ef 4,1-7.11-13; Sal 18; Mt 9,9-13

MATTEO

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

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Buongiorno sono il sole, oggi conosciamo uno dei protagonisti della buona notizia…il suo nome è Matteo e grazie al suo passato non proprio rispondente alle caratteristiche divine, possiamo davvero sentire tutta bellezza dell’essere guardati e amati dal Signore per quello che realmente siamo…dei piccoli, fragili, peccatori. Questo non vuol dire che siamo errori umani che non valgono nulla perché sarebbe peccare e ritorcersi nel peccato ma come Matteo, abbreviazione di MATTANIA che significa DONO DI DIO, siamo preziosi ai suoi occhi e siamo pronti a seguirlo VELOCEMENTE, appena Gesù ci fissa dritto negli occhi. I suoi occhi piantati nei miei per guardare insieme oltre, fin dove c’è da regalare misericordia, soprattutto a quei gelosi che hanno sempre da criticare!
Ma oggi guardiamo lo scatto fulmineo di Matteo che non ci pensa un attimo e fermiamoci lì, in quell’ alzarsi …al SEGUIMI non ci sono secondi di indecisione, c’è solo la certezza di sentirsi scelti perché amati…ALZATOSI, LO SEGUÌ! punto…
Ciao belli

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 “Non possiamo chiudere il cuore davanti all’indicibile sofferenza di famiglie, bambini, donne che stanno cercando uno spazio di accoglienza e una luce di speranza. L’appello del Papa è per tutte noi una chiamata di Dio che ci giunge attraverso la voce e il cuore del nostro primo Superiore (cf Cost. art. 109)”. 

Carissime Ispettrici e Sorelle dei Consigli ispettoriali d’Europa,

vi raggiungo nella festa della Natività di Maria per una condivisione in seguito all’appello di Papa Francesco durante l’Angelus di domenica 6 settembre u.s. che certamente ha già trovato eco in tutte noi, nelle Chiese locali dove siamo inserite, nei gruppi della Famiglia Salesiana, nelle persone che condividono la nostra missione educativa.

Stiamo vivendo un momento storico inedito che ci coinvolge profondamente per la situazione di sofferenza di tante persone: bambini, giovani, adulti, famiglie che fuggono dai loro Paesi d’origine a causa di guerre, violenze fisiche e psicologiche e per restare fedeli alla fede in Cristo. Hanno lasciato tutto, nella speranza di trovare in altre terre condizioni migliori di vita e prospettive di futuro.

Le parole di Papa Francesco risuonano nei nostri cuori come una forte chiamata:

“Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fami, e sono in cammino verso-una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi’, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!…” – La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura. Pertanto in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’ Anno Santo della Misericordia.

Ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia, incominciando dalla mia diocesi di Roma”.

In parecchie comunità stiamo già dando risposte concrete alla grande sfida della migrazione nel continente europeo.

La situazione del Medio Oriente ci tocca ancora di più perché in questi paesi sono presenti le nostre comunità, le comunità dei Salesiani e vari gruppi della Famiglia Salesiana. Le nostre sorelle e fratelli vivono in mezzo alla gente sostenendo la speranza e rischiando coraggiosamente la vita per essere un segno dell’amore di Dio. Sentiamo l’urgenza di pregare con intensità per la pace in queste nazioni e di essere intraprendenti e creative per educare le giovani generazioni alla cultura della pace.

La Chiesa nel Medio Oriente supplica i Governi perché si trovino a livello internazionale le vie per costruire la pace e così eliminare la causa principale del grande fenomeno migratorio che vediamo sotto i nostri occhi. Questa grande fuga dei cristiani che sono perseguitati mette a rischio il futuro delle stesse comunità cristiane in quei Paesi.

Allo stesso tempo non possiamo chiudere il cuore davanti all’indicibile sofferenza di famiglie, bambini, donne che stanno cercando uno spazio di accoglienza e una luce di speranza. L’appello del Papa è per tutte noi una chiamata di Dio che ci giunge attraverso la voce e il cuore del nostro primo Superiore (cf Cost. art. 109). Pensiamo alla prontezza d’amore e di generosità con cui Don Bosco risponderebbe a questo appello.

Le modalità di risposta possono essere differenziate, l’importante è essere disponibili e aperte all’accoglienza di Gesù che oggi ha per noi il volto dei migranti.

Non siamo sole: possiamo collegarci con altri gruppi della Famiglia Salesiana e in particolare con i Confratelli Salesiani, le Exallieve/i, i Salesiani Cooperatori, i laici delle nostre comunità educanti. Si stanno attivando le diocesi, le parrocchie, le Congregazioni religiose, diverse istituzioni e organizzazioni: entriamo anche noi senza paura e senza indugio in questo movimento di carità che ha l’espressione della misericordia.

Vi invito a trovare una modalità di coordinamento per agire in sinergia e mettervi in contatto con persone e autorità competenti. Tutto ci stimola a pone gesti concreti per accogliere una famiglia di migranti o minori non accompagnati, giovani, mamme con bambini.

I poveri non possono aspettare! Gesù ci rassicura: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).

Possiamo incontrare delle difficoltà ma “a Dio nulla è impossibile”, ha risposto l’Angelo a Maria. Importante è la nostra determinazione generosa nel lasciarci prendere dalla compassione verso coloro che soffrono e hanno bisogno di sperimentare l’amore di Dio che s’incarna oggi nella Chiesa in ognuna di noi e ogni comunità.

Durante il Capitolo generale XXIII abbiamo deciso di rivolgere una particolare attenzione ai migranti in tutto il mondo. Oggi è il momento favorevole!

Vi invito a comunicarci, attraverso la Segreteria generale, le decisioni che prenderete al riguardo.

Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Madre Mazzarello ci aiutino a dare presto una concreta risposta ai bisogni di questi nostri fratelli e sorelle.

Sono sicura di trovare in tutte voi non solo la comprensione di fronte a questa emergenza, ma uno slancio evangelico convinto, intraprendente, fiducioso. Il Signore ci chiede di essere oggi il “buon Samaritano” che si china su chi è sulla stato ferito, abbandonato, in attesa di un aiuto per risollevarsi.

Vi ringrazio di cuore anche a nome delle sorelle del Consiglio e ci uniamo a tutte voi in questo momento storico di particolare emergenza umanitaria.

Dio vi benedica, vi sostenga, vi dia la forza e l’audacia creativa dello Spirito per agire con generosa sollecitudine.

Roma, 8 settembre 2015
Suor Yvonne Reungoat
Superiora generale dell’Istituto FMA