Archivio per dicembre, 2022

#LABUONANOTIZIA
1 gennaio 2023 – Maria Santissima Madre di Dio – Solennità

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.


Buongiorno e buon anno sono il sole, «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace». Questa la benedizione che la prima lettura ci fa come regalo per il nuovo anno, una benedizione da parte di Dio e un incominciare nel nome della Madre. Un anno che comincia sempre con la festa della Madre di Dio è un buon inizio, con lei, Giuseppe, il Bambino adagiato e i pastori che arrivano e, nella meraviglia, si mettono in ginocchio. Eccola lì, la sorpresa, Maria, la donna del sì, la donna che ci fa ben incominciare ogni cosa, Giuseppe, l’uomo dei sogni parlanti, che si alza ed è sempre disponibile nel suo silenzioso darsi da fare. Gesù, il Bambino di Betlemme, l’Atteso da un’umanità trepidante e ansiosa. La mangiatoia al centro della scena e due animali, un asino e un bue a riscaldare il Dio Bambino.
Una benedizione, un inizio materno, una sorpresa e dei pastori, nient’altro… per dire che Dio si serve di cose umili e povere per dirti tutto, per dirti che Dio è nella tua gioia e nella tua stanchezza e ti mette nel cuore la meraviglia, per dirti che con Lui c’è sempre qualcosa di nuovo, c’è sempre qualcuno di nuovo, c’è sempre un motivo buono non per andare avanti ma per vedere oltre. Dio ricomincia con te, ti sceglie per amarti e mostrare come si ama, è il Dio dei ricomiciamenti, lo fa con la Madre e te la mette accanto, è lei che continua a meditare dentro di sè  ogni Sua Parola per darla alla luce, quella luce che dà senso a ciò che farai e ne basta un filo  per rompere il buio che ti porti dentro  e trovare la gioia che ti fa rialzare,  perché la tua vita ricomincia da qui, da questa meraviglia.
I Pastori, partiti senza indugio, tornano glorificando Dio, a loro è bastata una sorpresa per illuminare gli occhi e scaldare il cuore, Maria, Giuseppe, il Bambino di Betlemme e una mangiatoia, con un asino e un bue, a noi cosa serve per dire a tutti che amare si può anche nelle piccole cose? A Lui è bastata una piccola grotta per nascere e mettere al mondo la meraviglia. La vita non cambia, se non cambi tu, se non lasci che la vita che vuoi ceda il posto alla vita che hai.
Ciao belli e buon anno

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25 DICEMBRE 2022 – NATALE DEL SIGNORE
(MESSA NELLA NOTTE) – SOLENNITÀ
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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


Buongiorno sono il sole. In questo Natale i pastori vanno alla Grotta per guardare un bambino. Com’è? Fragile. Dio fatto Bambino è fragile, fragile come noi e la domanda è: chi può far del male a Dio? Nessuno, allora chi può far del male a un bambino? Chiunque. Dio si fa bambino per togliersi di dosso l’onnipotenza e farsi contemplare nella sua vulnerabilità, per farsi conoscere si rende bisognoso perchè ognuno comprenda la fragilità di Dio nel momento in cui sperimenta la propria.

Guardiamo il Bambino e, come i pastori, ci manchi il fiato dello stupore che non ci fa dire neppure una parola, quell’essere piccolo che emana calore nonostante il freddo di un rifugio all’aperto ragguagliato all’ultimo momento perchè non c’era posto altrove.  Tutti lo guardano, dai pastori sorpresi ed emozionati, agli abitanti del luogo spiazzati da tanta semplicità, non smettono di guardarlo mentre lui guarda loro con quegli occhi che sanno di cielo, che vedono oltre e che ti portano in alto, lassù dove il Padre sorride nel fare dono di così tanta bellezza.
Lo guarda Maria, conservando nel cuore le parole più belle che si fanno preghiera e silenzio, lo guarda Giuseppe fissando incredulo ogni più piccolo particolare. È un Dio quello che prende in braccio Giuseppe stanotte, stringendolo al cuore e sussurrandogli un grazie. È un Dio quello che Maria coccola teneramente nel grembo per non fargli prendere freddo e avvolgendolo in quelle fasce che sanno di quel Mistero che ti avvolge se ti lasci stringere e ci credi. Da questa notte Dio ti tocca, Dio si fa toccare, accarezzare, baciare, coccolare, da questa notte, se vuoi, Dio ti tocca, ti accarezza, ti bacia e ti coccola, pronto a donarti tutto quello che tu vuoi ricevere.Guardo il Bambino e mi perdo negli sguardi dei pastori che arrivano senza fiori e cioccolatini ma con uova, pane e formaggio, vestiti di lana di pecora e con le mani che ancora sanno del latte che hanno munto da poco. Sono loro i prescelti per la prima visita, i poveri, gli anonimi, quelli che nessuno ricorda, sono loro i primi perchè Dio ha deciso che vuole ripartire da loro che hanno obbedito rispondendo ad un invito e, senza indugio sono andati. Qui nasce Dio, qui comincia una nuova storia: il Creatore che abbraccia la sua creatura e, se lo vogliamo, è per sempre. Dipende da noi. Dio ha scelto una mangiatoia per culla, una stalla per casa e una ragazza per Madre, perché tu possa ritrovarlo, scoprirlo e amarlo in quello che ti costa di più, stanchezza e paura, fragilità e debolezza, perchè tu possa fermarti a contemplarlo in quella piccolezza inerme e indifesa, tu possa fermarti a riprendere fiato e sentire che questa bellezza è anche per te. Dio a Natale  ti tocca, Dio a Natale si lascia toccare. D’ora in poi, essere fragili vorrà dire essere dalla parte di Dio: forse è questa la parola che stavamo aspettando. Ciao belli

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11 dicembre 2022 – III Domenica di Avvento  Anno A  

 

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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-24
 
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.


Buongiorno sono il sole, il Vangelo di questa IV domenica di Avvento ci parla del giusto Giuseppe. Viene chiamato giusto perché si mette a servizio di Dio pur con tutti i suoi dubbi e perplessità dentro il cuore. Giuseppe è giusto perché, anche se Maria era il suo sogno, Dio per lei ne ha un altro e lui accetta di lasciarla andare proprio perchè Maria, tante volte, gli aveva parlato del suo Dio con occhi di innamorata, con quel riflesso di un sogno nascosto nel cuore del Padre che cancella ai sogni di Giuseppe regalando a lui un sogno più grande che Giuseppe ancora non sa. 
Si siede Giuseppe, mani sulle ginocchia, cuore triste, lacrime agli occhi con tutti i dubbi che gli si scaricano addosso per trovare l’unico modo di licenziarla in segreto senza creare scandalo; le dirà addio con mestizia, con tenerezza ma è lì, mentre è seduto ad architettare un futuro da single che crolla distrutto in un sonno che parla. Dio dall’alto dei cieli gli dedica un canto, in quella paura mette una melodia nuova, nel dramma manda il suo Angelo che, in ginocchio, con rispetto, come era successo a Maria, poche case più in là, gli fa il suo annuncio: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere». È un attimo, ma Giuseppe torna a sorridere, a gioire come solo un innamorato sa fare; tra lui e lei si mette Dio ed è vita nuova vita che si prende cura.
Nel sogno Dio parla: Abbi cura di te Giuseppe prendendoti cura degli altri, di Maria, di quel figlio che porta in grembo, di tutti quelli che passeranno dalla tua casa. Con mano ferma, sostieni, solleva e conforta in mondo. Sii custode del bene sepolto nel cuore degli uomini, sapendo che chi ami non ti appartiene. Custodisci, sogna e ama e dai carne al tuo cuore.  
Giusto Giuseppe insegna a  noi l’arte del custodire, tu che hai imparato a custodire le cose più belle, aiutaci a non sprecare ciò che di più bello abbiamo, per evitare che il nostro meglio diventi uno scarto. Insegna a noi come è successo a te ad imparare dai sogni senza la pretesa di volerli scambiare con la realtà. narraci la bellezza di dare carne a ciò che Dio ci ha messo nel cuore come un bene da portare al mondo e non per tenerlo per noi e rileggere la nostra vita in sintonia con Dio che sa cambiare ciò che è storto per rimetterlo a posto, come è successo a te, quando tutto è cambiato in un sogno più grande dei tuoi sogni e la tua vita è diventata il «non temere» di Dio

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11 dicembre 2022 – II Domenica di Avvento – Domenica in Gaudete – Anno A 
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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 11,2-11
 
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».


Cosa conosciamo noi di Giovanni? era un vero conquistatore di cuori, intascava grandi applausi sapendo che poteva benissimo rubare la scena a Gesù quando voleva ma, lui, il grande Profeta, che aveva più discepoli che soldi, invece che tenerli per se come figli che tutto devono al padre, li sgancia e li appiccica al cuore del Cristo con quella dichiarazione che è diventata un annuncio di salvezza: «Ecco l’Agnello di Dio» e i discepoli di Giovanni passano a Gesù e, in questo mettere al mondo uomini veri, invece che esserne geloso, è nella gioia, la gioia di questa domenica in Gaudete, dove la Liturgia è tutta un invito alla gioia come è il cuore di Giovanni, perché il suo compito si è finalmente realizzato.

   Giovanni non doveva fare altro che preparare l’incontro, è giunto il momento di dare il cambio al Cugino, allo Sposo, al Messia, al Cristo. È qui, in questo momento che Gesù fa la pubblicità più bella del mondo: «Cosa siete andati a vedere? Un profeta? Si, vi dico, anche più di un profeta». Questa è la Buona Notizia di oggi: Gesù raccoglie ciò che Giovanni gli consegna e lo esalta, lo porta in alto, fino ad appiccicare il suo cuore al cielo come lui ha saputo appiccicare il cuore dei suoi discepoli a quello di Gesù, lo fa diventare grande perché lui si è sempre reso umile, lo fa diventare potente perché si è sempre contraddistinto come il semplice, ha messo da parte l’incenso per sporcarsi le mani e perdere la testa.

  Giovanni è nato per preparare la strada e invitarci a raddrizzare i sentieri, Gesù è nato per percorrerle queste strade che fanno toccare la terra al Cielo e portarci con lui. Due storie che hanno cambiato la Storia e che ci danno l’occasione di fare della nostra vita un’occasione di gioia, vivere la vita in Gaudete: non è Giovanni, non sono io e non sei tu che vive per Dio ma, in Gesù, è Dio che vive per l’uomo.  Questa è la gioia e noi dobbiamo cercare la gioia di un Dio che si prende cura di me, di te, di tutti. Abbiamo un Dio dalla nostra parte che è tenerezza e che non chiede altro che vivere questa tenerezza.
   Il Verbo si fa carne e scende, si svuota, si fa violenza, da Dio si fa uomo, si mette a servizio dell’uomo perché noi possiamo fare lo stesso: piegare le ginocchia per pregare, servire e amare.

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8 DICEMBRE 2022 – SOLENNITA’ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

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Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1, 26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l’angelo si allontanò da lei.


Buongiorno sono il sole, Maria Immacolata, Gesù la chiama Stella del Mattino, la Tutta Bella che ha dato al mondo lui, il più bello tra i figli dell’uomo.

Di lei si può dire: Madonna, come sei bella! ha un volto che, solo a guardarlo rasserena, un volto semplice ma che conquista. Si è sempre fidata, fin da quel che ha cambiato la storia, un appiccicato ad una grande promessa, una promessa divina, Maria è scelta per essere la Madre di suo Figlio e tutti la chiameranno Beata, Immacolata, Donna vestita di sole, Piena di Grazia, così piena che possiamo osare chiederne qualcuna anche noi attraverso di lei, non a Maria ma per Maria.

Immacolata non perché ha detto sì a Dio ma perché Dio l’ha scelta prima ancora che Maria rispondesse: «Sì, eccomi, sono la serva del Signore» e, da quel momento, lei, Maria di Nazareth, la Donna con un Nome nuovo, l’Immacolata Concezione, ogni giorno sussurra ad ogni uomo e ad ogni donna della terra, presi dal panico di mille preoccupazioni: Non temere!

Lo dice con la sua semplicità di giovane ragazza di Nazareth, lo dice con la certezza nel cuore che, a fidarsi e ad affidarsi a Dio, ci si guadagna sempre, lo dice perché lei lo sa che, in questo mondo, sta in piedi solo chi si mette in ginocchio a pregare e a servire l’altro, in questo mondo cammina a testa alta chi sa guardare il cielo e rispondere il sì ad un volere che sconcerta, che fa traballare il cuore e che ci chiede cose folli, quelle cose folli che piacciono a Dio.

Grazie Madonna, piena di grazia, 
Grazie Stella del mattino, 
il tuo sì ha dato al mondo il Figlio di Dio, 
rendici capaci di seguirlo e accompagnaci in questo cammino 
con la stessa fede che ha mosso i tuoi passi rendendoti Bella, 
la Tutta Bella!

 

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4 dicembre 2022 – II Domenica di Avvento – Anno A 

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Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 3,1-12

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».


Buongiorno sono il sole, il nostro amico Matteo oggi ci presenta il personaggio chiave dell’avvento: Giovanni Battista, in mezzo al deserto. Arriva proprio nel momento in cui non ci credi più e, alla sera della vita, porta la luce del mattino, porta la voglia di vivere e di crederci ancora, arriva vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi, il suo cibo sono cavallette e miele selvatico.  Arriva Giovanni e non è lui l’Atteso ma è lui che ci chiede di preparare la strada all’ Atteso, chiede di raddrizzare i sentieri che hanno preso una brutta piega perché è così che ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

   Preparare qualcosa che preparato ancora non è perché, prepararsi come impegnarsi, dedicare tempo e cuore per te stesso e per gli altri e, in questo te stesso e gli altri, per Dio. Raddrizzare, rimettere in linea, rimettere diritto ciò che è andato storto, riportare la bellezza nella creazione quando tutto era in ordine, quando la tua vita aveva un ordine.

   Preparare e raddrizzare, ecco la storia di chi vuole accogliere la Parola di Dio come l’ha accolta Giovanni nel deserto. Tutti vanno da lui con entusiasmo ma qual è il vero desiderio che portano in cuore? Questa seconda domenica ci propone un cambiamento, una conversione, provare a credere e non provare per credere, provare a credere che la promessa di Dio promette è che verrà, lo vuole e lo realizza. Fede è pensare in modo diverso da come l’abitudine ci ha portato a pensare.

   Accogliere la Parola di un Dio che cerca cuori pronti, gente semplice come noi. Accogliere la Parola di un Dio che entra nella storia scegliendo il limite, il bordo, il punto basso, gli ultimi. Accogliere la Parola di un Dio che chiede di preparare il campo all’Atteso come ci insegna a fare Giovanni Battista, fermo tra l’Antico Testamento, di cui lui è l’ultimo profeta e il Nuovo Testamento, di cui lui è il precursore dell’Uomo che ci cambierà la vita. Sta fermo lì Giovanni, per raccontarci un sogno, la speranza, un possibile dove Avvento è accogliere la possibilità di un sogno che è il sogno di Dio, ed è questione di fede senza paura, perché sarà Dio a colmare i burroni, ad abbassare i monti e i colli, a rendere diritto ciò che non siamo riusciti a raddrizzare, sarà Dio a spianare la strada, sarà lui ma, a noi, chiede l’impegno di essere solco dove il seme che è suo Figlio cade e marcisce perché ogni uomo possa vedere la Salvezza!