Archivio per gennaio, 2023

#LABUONANOTIZIA
26 GENNAIO 2023 – IV DOMENICA DEL TEMPO ORDIARIO – ANNO A

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è iv-dom-anno-a-1.jpg

Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».


Buongiorno sono il sole, la Bella Notizia oggi è una parola che si ripete 9 volte: beati! Nel testo greco, nella parola “macarioi“, è contenuta la parola “cuore” (car, da cardìa) che ci fa capire che la felicità riguarda proprio il cuore, avviene lì dentro, in noi anche se spesso la cerchiamo fuori ed è quella che dura nel tempo perché profonda. Ma, “macarioi“, non solo contiene la parola “cuore” ma, nel suo insieme significa “quelli che hanno il cuore rotto“, “diviso in due“, la causa dell’infelicità. Cuore rotto è un cuore inquieto che non ci fa mai contenti di come siamo fatti, ci fa sentire negativi e sempre sopra gli altri, cuore rotto non ci fa stare nella verità. La felicità allora, come dicono i Pinguini Tattici Nucleari, sta dentro le piccole cose, per esser felici bisogna avere un cuore non diviso ma unito, che ci faccia stare in pace con se tessi, con gli altri e con Dio, in pace con la nostra vita. Gesù, quando dice «Beati», ci regala la chiave della felicità ed è come se dicesse: io guarirò il vostro cuore diviso, lo unificherò, state con me, sulla mia Parola e non avrete più un cuore “non rotto”. «Beati» è Dio si prende cura di me e non mi lascia mai, si fa carico della mia felicità e me la regala, apre una porta sul possibile anche per entrare e perderci nella prima delle beatitudini, vivendola intensamente, abbracciando tutte le altre e aggiustare il cuore.

Beati i poveri. Felici i poveri che non diventeranno mai ricchi ma avranno il Regno di Dio nel cuore, ricchezza incalcolabile e vera perché avranno Dio dentro il cuore. Saremo beati se poveri, felici con meno per essere ricchi di Dio. Beati coloro che piangono, che fanno delle lacrime la felicità perché Dio è dalla parte di chi piange, di chi è nel dolore, di chi fa fatica, Dio è nelle tue lacrime per asciugarle, dare coraggio trasformarle in pietre preziose da mettere nel suo cuore accarezzando il tuo che è ferito. Beati i miti, perché erediteranno la terra sapendo che non c’è terra più bella del cuore degli altri e guadagnare una pace ritrovata. Beati quelli che….Gesù dice «Beati» guardandoci in faccia, la strada della beatitudine è fatta per chi la vuole percorrere.
Beati coloro che, nelle piccole attenzioni, nei piccoli e apparentemente insignificanti gesti, vedono attimi di meraviglia. Beati coloro che amano tenendo aperto il cuore per lasciarlo aggiustare da Dio che nel vuoto della vita sa fare beatitudini.

Oggi la Buona Notizia si chiama felicità, ha sapore del Cielo che si apre con quel «Beati» e si chiude con la ricompensa grande di trovare qualcuno a due passi dal cuore e condividere beatitudine. Ciao belli

Pubblicità

#LABUONANOTIZIA
DOMENICA 22 GENNAIO 2022-III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A – 

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è iii-dom-anno-a.jpg

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.


Buongiorno sono il sole, Giovanni Battista è stato arrestato, è stato stoppato, è stato fermato e Gesù, amico e cugino, lascia Nazareth per andare a Cafarnao, là, sulla riva del mare, perché è là, sulla riva del mare, che si compie la promessa: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».  Lo dice a tutti: giratevi verso la luce perché, ecco, viene la luce.

Così inizia la Buona Notizia di oggi, con alcuni pescatori che sono abituati a vivere la notte illuminati solo dal chiaro di luna, abituati all’attesa, anche lunga, abituati anche alle reti vuote che, invece, porti a casa spesso piene, abituati al mare mosso della tempesta che muove barca e cuore rendendo il respiro affannato e agitato. Inizia con questi uomini che Gesù sceglie continuando quello che il cugino e amico faceva con tanta passione, inizia con un invito a girarsi verso la luce per imparare a vedere non per abitudine ma per un innamoramento che fa vedere con occhi nuovi chi ti sta vedendo da sempre.

Inizia con il verbo vedere che, anche se non fa rima con venire, ci sta molto bene. Vede Simone e Andrea, poi Giacomo e Giovanni e li invita a venire dietro di lui in un subito che è un lasciare tutto quello che hanno e che fanno senza tentennamenti e senza neppure sapere cosa faranno di preciso, sanno solo che rimarranno pescatori anche se, tra pesci e uomini, la differenza non è poi così poca. Lasceranno ogni cosa e casa per seguire il sogno di chi riesce a guardarli spostando lo sguardo dalla terra al Cielo, trasformando il dolore in gioia, cambiando una situazione di buio in un fascio di luce senza tempo né spazio. Ascolteranno le parole di chi dice beati a tutti quelli che fanno della loro vita un dono per gli altri proprio come lui. Guarderanno i gesti di quell’uomo di Nazareth per imparare a toccare, accarezzare, amare come lui che dona la vista ai ciechi, la parola ai muti, il sorriso a chi piange. Vedranno gli occhi di chi sente la delicatezza di una carezza toccargli il cuore. Sentiranno la speranza dei disperati che ritrovano la forza di rialzarsi.

Ecco la bella storia di chi si lascia incantare da Dio, coinvolgendosi e innamorandosi di un Sogno possibilità per tutti quelli come noi a cui basta un sì, un lasciare  e un subito per vivere la Buona Notizia di Dio che cammina, vede e chiama ad andare con lui.
Si tratta solo di voltarsi verso la luce, convertirsi e crederci, basta guardarlo negli occhi, fidarsi sulla Parola, fidarsi di quella Parola appoggiata sul cuore.
Questa è la gioia del Vangelo ed è grande luce per tutti, anche quelli che ancora abitano il buio e non hanno il coraggio di rischiare. E non hanno il coraggio di lasciarsi illuminare.

#LABUONANOTIZIA
15 GENNAIO 2023 – II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ii-dom-anno-a.png

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,29-34)
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».


Buongiorno sono il sole, torna Giovanni, il Battista, colui che domenica ha imparato a lasciare fare il Signore, torna e ci insegna a non soccombere di fronte alla tentazione che potrebbe prenderci ogni tanto quando ci sentiamo migliori degli altri. Giovanni è qui per dirci di non puntare il dito contro gli altri per capire di chi è la colpa o chi ha sbagliato di più ma puntare il dito per indicare chi ci fa capire che, essere liberi, è legarsi a qualcuno per essere capaci di fare qualsiasi cosa sapendo di non essere soli: «Ecco l’Agnello di Dio».

Buona Notizia di un Dio che, in suo Figlio, non chiede più sacrifici ma sacrifica se stesso, non pretende nulla ma offre tutto se stesso, non mi spezza le gambe per punirmi ma spezza il suo corpo sull’altare per amarmi, per nutrirmi, per consolarmi. Non prende ma dà, dà tutto sé stesso e dà il cuore, dà con il cuore lasciando liberi ed è paradosso: è libero solo chi sa amare per primo ma solo chi è libero, può amare per primo.

«Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo». Non si parla di peccatucci che compiamo o che siamo bravi a nascondere ma di un peccato, quello di aver mancato il bersaglio, la nostra condizione di peccatori, la nostra assenza di amore, il nostro non essere più capaci di volere il bene e di volere bene, le nostre ferite, le nostre chiusure nelle relazioni, i nostri sguardi maligni che non ci fanno più amare l’altro.

Giovanni si mette da parte per indicarci la parte migliore: noi chi siamo? Noi siamo quelli che seguono l’Agnello, che sanno amare come lui ama, che fanno quello che lui fa e desiderano ciò che lui desidera. Come lui, braccia aperte al mondo, tocco di tenerezza per le persone ferite, sorriso di Dio per tutte le persone che si sentono sole. Un amore vero gioca d’anticipo, senza il bisogno di dover aspettare delle scuse perché, ogni amore che viene da Dio, non pretende, precede. Sempre. Noi siamo quelli che seguono l’Agnello ovunque e comunque senza la paura di farsi ferire il cuore, un cuore ferito è la garanzia che si sta amando sul serio, come il cuore di Dio che è sacro proprio perché trafitto e ti sorprenderai quando uscirai dal recinto delle previsioni senza la paura di saperti cambiato e ammettere di non sapere tutto di te, dell’altro, della vita, di Dio ma disposto finalmente a mettere in discussione le tue prospettive. Allora, solo allora, la tua imperfezione non sarà più una condanna ma una vocazione.


#LABUONANOTIZIA
8 GENNAIO 2023 – BATTESIMO DEL SIGNORE – ANNO A

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è battesimo.png

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».


Buongiorno sono il sole, Gesù arriva al Giordano e si mette in fila con tutti i peccatori chiedendo a Giovanni di farsi battezzare. La reazione è quella del grande silenzio stupito di chi lo guarda attonito e sorpreso. Il cugino perfetto, l’Eterno che si è fatto carne, il Figlio di Dio in persona, si umilia a tal punto da mettersi tra le file dei sudici più sudici? Oltre a scegliere di nascere in una grotta spoglia e fredda perché, per lui, nel mondo non vi era posto, ora pretende pure di abbassarsi per farsi battezzare come se ne avesse bisogno? Il suo compito era quello di preparare ora però è lui ad avere una certa pretesa: essere battezzato e lasciare la scena all’unico degno di coprirla, mettersi da parte per lasciare avanzare il Maestro  che invece chiede di fidarsi ancora: Lascia fare Giovanni, lascia fare, qualcosa di bello sta già accadendo in te, devi solo avere il coraggio di accorgertene.

La vita cambia se lasci fare a quel Dio che si svela mettendosi in fila coi peccatori con tanto di tenerezza e abbracci, di carezze e tanta consolazione, orecchi attenti e cuore aperto, che nasce nudo, debole e fragile, scaldato dal calore dell’affetto umano e dal fiato di due poveri animali con gli occhi pieni di stupore dei pastori piantati addosso e un pezzo di vita dei Magi che la offrono in dono. È un Dio che, quando entra nell’acqua, si mette in ginocchio pregando e viene battezzato e, da quel momento, cambia tutto, il cielo si apre come si apre un sipario e, in uno squarcio di luce, è la bellezza che parla. Dio ci presenta suo Figlio, l’Amato e in Lui anche tu perché l’amore esiste e ce n’è anche per te.
Sarebbe bello dirselo ogni tanto guardandosi allo specchio e specchiandosi in uno sguardo. Gesù ha un Nome nuovo nel quale possiamo riflettere il nostro, un nome nuovo regalato il giorno del battesimo: Figlio mio, l’amato. Figlia mia, l’amata.
Ci sono occhi profondi che brillano di luce propria e che ti ripetono che chi ama non è mai fuori tempo e che hai ancora un motivo enorme per rimanere in piedi. Ascoltali e ascoltati. Fallo per te. Lascia fare a Lui, primo fra gli ultimi, accanto agli ultimi, sempre a fianco e accanto a tutti in fila tra i perduti, ci insegna che nessuna storia è troppo in ritardo e che nessuno può dirsi sconfitto dopo averlo guardato negli occhi e sentirsi amato e che si può sempre ricominciare, in ogni momento. Lascia fare.